Imola, percorso #3, AI BOLLITORI DI BERGULLO

14/11/2020 L’Emilia- Romagna è in “ZONA ARANCIONE”. Tutte le attività sezionali sono sospese fino a data da definire. Rimangono però possibili tutte le attività individuali a carattere motorio o sportivo nel territorio del proprio comune di residenza, rispettando le norme (distanziamento, mascherina ecc.); può essere utilizzata la rete delle piste ciclo pedonali, oppure scegliere strade periferiche con poco traffico, verso la collina o verso la campagna, eventualmente deviando su carrarecce (e rispettando le proprietà private).

Di seguito la descrizione del percorso #3, AI BOLLITORI DI BERGULLO, a cura di Antonio Zambrini.

“I BULDUR”

Dal Ponte di viale Dante si scende a livello del fiume e si prende il sentiero, piuttosto frequentato, verso valle.

Allo slargo dedicato a Chico Mendez ci si porta su via Santerno, da percorrere con attenzione fino ad imboccare via Goccianello. La strada, in salita, fiancheggia il rio della Rivazza e arriva su un ampio pianoro a vigna e seminativo poi in discesa lambisce la collina della Pascola, in una zona che conserva delle piccole macchie alberate.

Abbandonare via Goccianello per via Musa che fiancheggia l’omonimo rio “ornato” di baracche di ogni genere. La stradina, priva di traffico, prende poi a salire decisamente, spiana un poco e sembra finire ad un edificio rurale. Prendere la cavedagna, poco evidente, di sinistra che rincomincia a salire offrendo un bel panorama sulle colline e sulla pianura, sbucando in via Bergullo, da imboccare a sinistra.

Una forte discesa conduce a prendere via Lola, ancora un tornante in discesa ed al primo gruppo di edifici (Sandretta) si individua bene la pista campestre che passa tra due laghetti da irrigazione e finisce contro il rio Sanguinario. A questo punto non resta che risalire per poche decine di metri il corso d’acqua e vedere, recintata, una vasca di fango liquido, utilizzato anche nelle terme di Riolo, in cui si sviluppano delle bolle di gas.

Sull’altra riva, in provincia di Ravenna, esisteva un caratteristico vulcanetto creato dall’argilla che “ribolliva”. Ora è scomparso ed è sostituito da modeste emissioni che finiscono nell’acqua. Siamo ai cosiddetti “Bollitori di Bergullo”, una delle poche curiosità naturalistiche del nostro territorio, indagate e celebrate fin dalla seconda metà del ‘700.

Dislivello in salita 180 metri, in discesa 140. Sviluppo 7,5 kilometri.

Da Sandretta al bollitore si utilizza una pista poderale che i proprietari permettono di percorrere. E’ comunque più che opportuno comunicare che si andrebbe a vedere i bollitori, qualora si incontri qualcuno nel vigneto.

Antonio Zambrini

 

Vasca raccolta fango
Sulla riva del Rio Sanguinario