PREMIO CITTA DI IMOLA AL FILM “HANSJÖRG AUER- NO TURNING BACK”

Sabato 5 maggio 2018, presso il Castello del Buonconsiglio di Trento si è tenuta la cerimonia di premiazione della 66° edizione del TrentoFilmFestival, una delle manifestazione internazionali più importanti e prestigiose nell’ambito del cinema di montagna e dell’avventura.

Tra i premi speciali è stato assegnato il Premio Città di Imola (al miglior film italiano, XV Edizione), promosso dalla sezione CAI di Imola, dalla Fondazione Cassa di Risparmio e dal Comune di Imola.

La giuria del Premio, presieduta da Reinhold Messner e composta da Roberto De Martin (past Presidente Generale CAI), Valter Galavotti, Roberto Paoletti, Giuseppe Savini e Mauro Bartoli, ha deciso all’unanimità di premiare il film “HANSJÖRG AUER- NO TURNING BACK” del regista Damiano Levati, dove questo straordinario, talentuoso e abilissimo scalatore, di cui non si sapeva quasi nulla fino al grande exploit della salita in solitaria (e completamente slegato) della via “Attraverso il pesce” in Marmolada nel 2007, si racconta fin nell’aspetto più intimo delle sue imprese.

Negli ultimi dieci anni Hansjörg ha portato a termine un numero impressionante di prime salite e free solo su alcune delle pareti più difficili del mondo, dalle Dolomiti al Karakorum e alla Siberia: nel film, intervallate dalle parole di Auer, si snodano una dopo l’altra immagini di straordinaria bellezza che danno sostanza e spessore alle parole e alla filosofia di Auer. “Essere soli significa mettersi a nudo, capire chi siamo, percepire il proprio valore e stabilire che cosa realmente conti nella vita”.

Alla cerimonia di premiazione Maria Teresa Castaldi, vicepresidente del CAI di Imola, ha consegnato il Premio Città di Imola, con l’impegno che, come di consuetudine, il prossimo autunno il film vincitore venga presentato ad Imola in occasione dell’evento promosso con la Fondazione Cassa di Risparmio.

 

 

Premio Città di Imola 2018

HANSJÖRG AUER- NO TURNING BACK

 regia Damiano Levati

 

Motivazione

Hansjörg Auer ha esplorato l’arrampicata in solitaria come mai nessuno prima e la sua memorabile impresa sulla via “Attraverso il Pesce” in Marmolada ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo particolare tipo di alpinismo. I trenta minuti del lungometraggio cercano appunto di raccontare, attraverso le parole misurate e sincere del protagonista, il percorso interiore che può spingere un uomo a rischiare la vita laddove un qualsiasi errore potrebbe rivelarsi fatalepur di appagare quell’impulso che Auer descrive in modo suggestivo e inequivocabile: “Scalare montagne è il cibo della mia anima”.
Dalle Alpi al Nepal, intervallate dalle parole di Auer, si snodano una dopo l’altra immagini di straordinaria bellezza che danno sostanza e spessore alle parole e alla filosofia di Auer.
La fotografia di Matteo Mocellin supporta magistralmente la narrazione e la colonna sonora discreta e puntuale di Francesco Fantini fa da contrappunto lirico alle immagini. Un piccolo capolavoro è anche il montaggio. Una bella storia quella raccontata da Levati: un giovane alpinista che, nonostante un eccezionale palmarès, continua a rincorrere i suoi sogni per “assaporare l’intensità della vita nuovamente e nuovamente ancora”.

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Il premio “Città di Imola” era assegnato al miglior film italiano presente alla Mostra del Cinema di Venezia prima di essere soppresso negli anni della contestazione. Lo ebbero fra gli altri Monicelli, Visconti, Olmi, Pasolini, Bellocchio, Pontecorvo, i fratelli Taviani. E’ stato portato nel 2004 al TrentoFilmfestival per iniziativa del Comune, della Fondazione Cassa di Risparmio e della sezione CAI di Imola.

Compongono la giuria del premio  “Città di Imola” Reinhold Messner (Presidente), Roberto De Martin (past Presidente Generale CAI e past Presidente del TrentoFilmFestival), Valter Galavotti (Comune di Imola), Roberto Paoletti (CAI Imola) Giuseppe Savini (Fondazione Cassa di Risparmio di Imola) e Mauro Bartoli (regista)

 

Da sinistra: Matteo Vettorel, produttore della pellicola, Hansjorg Auer e Maria Teresa Castaldi
Hansjorg Auer al centro; Matteo Vettorel, produttore della pellicola a destra; Maria Teresa Castaldi a sinistra