PELMO – CENGIA DI GROHMANN E CENGIA DI BALL

PELMO – CENGIA DI GROHMANN E CENGIA DI BALL – GIOVEDÌ 13 AGOSTO 2020

Con Fausto, Federica, Giampaolo, Giannino, Mirko, Roberto, Sante
organizzazione: Davide

12 ore di dura escursione e (per ora!) non è stato raggiunto l’obiettivo.
CHI AMA LA MONTAGNA CON LA “EMME” MAIUSCOLA, PERCORSI DA ESPLORARE, NATURA POCO FREQUENTATA E SELVAGGIA  … È TORNATO A CASA SODDISFATTO! GRAZIE DAVIDE!

Sveglia alle 05:30.  Alle 06:00 colazione (piuttosto scarsa) e alle 06:20 partenza!

Verso il Passo Staulanza, sentiero 742. Dopo un’oretta, alle 07:24 eravamo a “Le Mandre”, 1908 m. Da lì preso un sentiero lungo i mughi che fiancheggia un piccolo torrente; poi è cominciata la salita lungo un canalone secondario (sassi … ghiaia …) e, nella seconda parte su, sentiero ripido, non tracciato e ghiaioso fino a raggiungere molto sulla destra, l’ingresso poco individuabile, di una prima cengia; un passaggio su un tratto della cengia poco rassicurante 08:42 (con un salto di decine di metri); Davide ha messo giù una corda, agganciata a due miseri spuntoni … insomma una corda psicologica!

Terminata la cengia siamo entrati nel canalone principale, quello che conduce alla fessura, tenendo la destra fiancheggiando la roccia; dopo mezz’ora (ore 09:12) dovevamo passare un ripido nevaio; c’erano molti sassi che facevano presa, ma io ho preferito passare sotto (circa 4 m sotto!). E su, sempre più su, sempre su ghiaia e roccia marcia.

Ometti scarsi e individuare il percorso non era facile (bravo Davide!); spostandoci al centro, abbiamo percorso un tratto sulle rocce di I e II grado e un lungo tratto di salita su perfido ghiaione, faticosissimo (si procedeva con 2 passi avanti e uno indietro).

Superato il tratto ghiaioso abbiamo girato a destra sulla roccia e individuato il passaggio chiave per oltrepassate questa muraglia, in questo passaggio di una decina di metri Davide ha messo  una corda di sicurezza (c’era un chiodo … L’UNICO CHIODO DI TUTTA LA GIORNATA!)

Sempre più su, su roccia e sassi infidi, ma la Cengia Grohman non la trovavamo. Mancavano una trentina di metri alla “Fessura” e sconsolati si è tornati indietro. (Io ho continuato a salire fino alla forcella per “guardare di là” (m 2700): un baratro verticale! (ore 11:16).

Tornando indietro abbiamo individuato l’attacco della cengia; dall’alto si intravvedeva un leggero tratto di sentiero sulla giacca, c’erano anche internamente due piccoli ometti, ma non si vedevano durante la salita o perlomeno in 8 non li abbiamo visti (NdR Bravo e grazie a chi ha fatto gli ometti … ma almeno l’inizio della cengia potrebbe essere evidenziato).

Due problemi. Il primo problema era il ritardo: erano approssimativamente verso le ore 12:00, mentre, secondo il programma, forse ottimistico, saremmo dovuti essere all’attacco 2 ore prima; il secondo problema il meteo, che prevedeva temporale nel pomeriggio e non sarebbe stato bello trovarsi con il temporale sia nella Cengia Grohmann, sia nella Cengia di Ball.

Nel frattempo il cielo si è fatto nero; abbiamo deciso di tornare indietro. Ma la discesa non era affatto semplice. Personalmente non avevo badato al percorso e a punti di riferimento per il ritorno, perché davo  per scontato che saremmo scesi per la Cengia di Ball.

Bravo Davide (e anche Giampaolo, anche lui già stato lì con Davide): se fosse stato per me saremmo stati ancora lì a cercare come scendere! Nel punto chiave, sul chiodo, è stata attrezzata la corda per scendere in sicurezza, anche perché era iniziato a piovere e la roccia era divenuta scivolosa, circostanza che ci ha confermato la buona scelta di tornare indietro. Alle 14:15 eravamo alla cengia dove Davide aveva messo la corda (in salita alle 08:42) e alle 15:30 eravamo già da un po’ sul sentiero 741 verso il Rifugio.

Alle 16:20, dopo 10 ore, eravamo di nuovo al Rifugio Venezia. 13,1 km; 10h:02′; dislivello 1150 m.

Molto probabilmente è stato più faticoso, difficile e impegnativo tornare indietro e scendere rispetto a continuare sulle cenge, ma abbiamo preferito la prudenza rispetto al rischio.

Dopo una mezz’oretta, alle 16:50 partiti verso Zoppè; ci abbiamo messo 1h:37′ (contro 1h:45′ della salita). Alle 18:30 partiti in auto; breve sosta a Longarone e arrivati a Imola alle 22:00. Stanchi e soddisfatti.

Giannino

(Nota. È già stato chiesto a Davide “Quando rimetterai in programma la Cengia Grohmann?” Al momento non c’è stata ancora la risposta …)

Il Pelmo e la Cengia Grohmann
I potenti mezzi del CAI di Imola “LAMBORGHINI SQUADRA CORSE” (Organizzazione Davide!)
ANTELAO
05:45 CRISTALLO, SORAPISS, MARMAROLE, ANTELAO
GIGANTESCA FORTEZZA DELLA PIU’ MASSICCIA ARCHITETTURA
Biancaneve e i 7 nani (manca il fotografo) Federica, Mirko, Giampaolo, Davide, Roberto, Fausto e Sante
LA “FESSURA” TRA PELMO E PELMETTO
Traverso impegnativo …
… si fa per scherzare!
Sopra il nevaio (ma qualcuno è passato sotto!)
Federica … che se voleva dimostrare di essere il “sesso debole” … non ci è riuscita!
Un’assicurazione … SICURA!
Il “nostro” Pelmo
Notare l’espressione triste di Mirko
La “Fessura”
La “Fessura”
Foto artistica
Traverso impegnativo
Il nevaio … da sotto